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Hélène S. Dumont.
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Che casino.
Che immenso, pachidermico casino.
L'incanto di disillusione ebbe termine, non che, alla fine dei conti, fosse davvero servito.
Cielo, doveva scrollarsi di dosso quei modi di fare perfettini da Auror e fare come Bill Weasley, buttarsi nella mischia, senza troppi accorgimenti.
Il rischio nel loro lavoro era contemplato.
All'improvviso le venne un'idea.
Ormai non serviva nascondere i segni del loro passaggio, chi di dovere sapeva che erano stati lì e qualcosa le suggeriva che non avrebbe tardato a manifestare i segni del suo profondo rancore.[nvb FLAGRAMUS]
Improvvisamente, poco distante da loro, comparve, una scritta fiammeggiante.Hic et nunc
Poi si diresse verso l'uscita, seguendo Kalef.
«Ehi Kal, dov'è finita la stronza?» - gli domandò, poggiandogli una mano sulla spalla.
Non ebbe il tempo di finire la frase.
Lord Voldemort in persona comparve dinnanzi ai loro occhi, per poi dissolversi poco dopo.
«Porca puttana». -
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Voldemort parla. Riconosco perfettamente la voce. Non ho alcuna intenzione di interrompere quello che sto facendo. La solita questione delle vendette, bla bla, tremerete davanti alla mia ira... bla bla...
Adesso ha paura.
Fa finta di niente, ma ha paura, non ci sono cazzi.
Aspetto che finisca di parlare. Comunque sia non ascolto. La solita mossa intimidatoria da cagasotto. Invece che mettersi a confronto ha bisogno di tempo per riorganizzarsi.
Quindi appare e fa la scena del cattivo che tornerà.
Cliccare qua, grazie.
Guardo Yui, faccio un profondo tiro di sigaretta e le rispondo.
Al cimitero di quello li.
Continuo a camminare.
Gli altri mi seguono.
La vecchia ed il cane vengono con noi.
I "buoni" vincono, i cattivi perdono e come sempre, l'inghilterra domina..