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Una pioggerellina tenue si affacciava sul mondo quella notte, il cielo coperto di nubi di un colore tenue rifletteva in lontananza la luce della luna attraverso gli sparuti fazzoletti di dove le nubi non erano unite. La scuola riposava colpita un sospiro di vento, le torce in lontananza ondeggiavano dando l'impressione a chi lo guardasse di vedere un lontano miraggio di un gargantuesco veliero poggiato sulla montagna.
Le guglie rilucevano della poca luce data dalla luna e dalle stelle, bagnate dalla pioggia che ancora ora insisteva a dire la sua nell'atmosfera di quel San Valentino doloroso, la foresta proibita era stranamente silenziosa, nessun uccello volava in aria, non un verso s'udiva aguzzando le orecchie, solo il silenzio.
D'un tratto un lampo rosso, quasi uno squarcio di luce nell'immota realtà di quel luogo, ruppe l'incantesimo che rendeva tutto ovattato e silenzioso, colpito da una pioggerella leggera. I pesanti cardini del cancello della scuola protestarono con violenza, parti incrostate di ruggine scoppiarono in un fiume di schegge, il fantasma di un tempo passato si affacciò oltre la soglia. Il pesante mantello lo copriva totalmente, un pesante involto sulla schiena, il fodero di uno strumento musicale sul fianco. La figura, alta e possente, entrò quasi camminasse sopra l'erba, senza un rumore entrò e richiuse i cancelli rugginosi.
-Casa, dopo tanto tempo...- disse quasi in un sussurro a sé stesso, chinò il capo ed avanzò con passo sicuro, scomparendo nella pioggia attraverso le ombre di quel luogo. -Casa...-. -
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Il suo passo, reso rapido e preciso come la falciata d'una spada, fendette con leggerezza l'aria, una rapida corsa nel buio come uno spettro e si trovò sulle sponde del lago nero, oscuro specchio dalle mortali menzogne. Sottili lame congelate cadevano dal cielo, la parvenza d'una nevicata di ghiaccio in arrivo. Le ombre si allungavano meste seguendo i riflessi della luna, i colori freddi del blu e del viola si mescolavano al nero opaco della notte, mentre sospese come fate le lame ghiacciate indugiavano nell'aria.
Bill strinse gli occhi a fessura, sapiente poggiava i piedi sulla terra più dura e sulle pietre più sporgenti, un lupo in una foresta nella notte.
Raggiunse in breve tempo i cancelli rugginosi, un passo laterale, un salto e si aggrappò agli spunzoni della recinzione, l'unico metodo per non far cantare i cardini di pietra e metallo. Un salto, un lampo, di nuovo silenzio.. -
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Gratitudine. Quella era la sensazione di Nymphadora non appena le si pararono davanti i cancelli di Hogwarts.
Dopo tanto viaggiare e studiare, dopo tanto apprendere, Nymphadora aveva avuto bisogno di ritornare sui suoi passi.
E i passi più importanti della sua vita erano stati compiuti ad Hogwarts.
Nymphadora poteva ben dire, a pieno titolo, che non si trattava solo di una scuola.
Era qualcosa...di più. Per tutti quelli che avessero varcato quei pesanti cancelli.
Tra quelle spesse ed antiche mura, anche i ragazzini più emarginati, anche gli esclusi, avevano trovato la loro occasione di riscatto.
Una speranza. Una strada da seguire. A volte non sempre ortodossa. Talora pericolosa e malvagia.
Ma altre volte gloriosa...oh, sì. Gloriosa.
Nymphadora lo sapeva bene ed era per questo che si era commossa dell'accoglienza e della disponibilità del Preside alla sua lettera di presentazione.
Gratitudine. Ecco cosa provava.
Prese un lungo respiro, stirò la schiena ben dritta e si avviò verso il castello.. -
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Uno schiocco, un lampo. Dietro ai cancelli rugginosi la figura stanca del professore di Cura delle Creature si affacciò alla vista del castello. Un sospiro, una spinta e i cardini cedettero sotto il suo peso, era esausto.
Con passo lento e cadenziato si diresse verso la capanna, nella speranza di trovare, finalmente, un poco di riposo da quella notte densa di eventi.. -
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[Post di movimento]
Il sole era ormai quasi sorto e la luce stava progressivamente aumentando in intensità, privandomi del favore dell'ombra. Reputai inutile procedere troppo lentamente e camminai a passo sostenuto, cercando di non fare troppi rumori sospetti e sempre guardandomi intorno per assicurarmi che non vi fosse nessuno. L'aria fredda mattutina mi pungeva i polmoni ad ogni respiro, e rischiai di scivolare un paio di volte sull'erba umida.
Dopo qualche minuto di avanzata, i cancelli incominciarono a stagliarsi dinanzi a me. Ormai era fatta. Affrettai il passo e li raggiunsi in un paio di minuti. Una volta fuori dai cancelli, diedi un'ultima veloce controllata. Mi girai velocemente e mi smaterializzai.. -
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[Post di movimento]
Passi veloci e ben distesi. Sigaretta accesa ed un soprabito nero che sventola. Le scarpe leggermente inumidite dal camminare sull'erba bagnata dalla rugiada del mattino ed io, respiro a pieni polmoni.
La camminata è quasi innaturale. Senza magia non riuscirei a muovermi così velocemente a piedi.
Un passo triplo. Poi un'altro.
Devo procurarmi una scopa, non c'è che dire.
Una scopa? Sono impazzito? Sono forse tornato adolescente?
Oh mammina quanto vorrei una scopa."
Mia madre era morta, e la scopa me la sono comprata da solo.
Sorpasso i cancelli e finalmente il problema movimento sparisce.
Un ultimo lungo passo.
I muscoli scattano. Caldi.
Il corpo si muove verso l'alto ed una coltre fumosa si muove velocemente. Molto velocemente.
Albeggia.. -
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Un guizzo lontano nella rugiada, una foglia pianse l'ultima lacrima della notte al passaggio veloce della corsa del professore di Cura delle Creature Magiche, scavalcò l'alta inferriata lontana dai cancelli, sul limitare della foresta, mantenendo l'ombra favorevole della foresta.
Il cuore gli batteva forte, il mantello svolazzava silenzioso ed il cappuccio era tirato sulla sua fronte, non badò ai pensieri che urlavano a squarciagola nella sua mente, ingabbiati ed imprigionati in una segreta di cui non si trovava la chiave.
*Una volta per tutte...*
*Una volta per tutte...*. -
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Uno schiocco in lontananza fece volar via un piccolo stormo di corvi che assonnati si erano appoggiati su un albero vicino. Il professore di Cura delle Creature Magiche varcò la soglia dei cancelli senza fare complimenti, la attraversò chiudendosi il cancello alle spalle, e si incamminò verso la capanna con passo leggermente incerto. . -
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[post di movimento]
A passo svelto arrivò fino ai cancelli della scuola, aveva fatto una piccola deviazione per vedere se Bill era tornato al capanno, dalla finestra aveva visto che stava dormendo beatamente e non aveva voluto disturbarlo. Una volta superati i cancelli, la figura ammantata di nero sparì con un sonoro schiocco.. -
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[post di movimento]
Di nuovo uno schiocco risuonò nel silenzio alcune ore dopo e la solita figura ammantata ricomparve esattamente nello stesso punto in cui era scomparsa... Varcò i cancelli della scuola e, camminando con passo veloce e sicuro si diresse verso il capanno del guardiacaccia.... -
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[post di movimento]
Eleint giunse ai cancelli della scuola e si diresse verso il villaggio di Hogsmeade camminando velocemente sulla neve.... -
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Una permanenza breve, come sempre. Camminando questa volta Bill raggiunse i cancelli della scuola, li aprì, notò felice che l'utilizzo prolungato ed un probabile intervento da parte della scuola avevano eliminato quasi del tutto la ruggine, liberando i cardini dal rude rumore che emettevano soltanto qualche giorno prima.
Un giro del mantello, e sparì con un lampo di luce.
Il brontolio dello stomaco, una eco nella notte.. -
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La mattina era nata frizzante, dal lago una nebbiolina leggera aveva catturato ogni filo d'erba riempiendolo di sottile rugiada, crescendo il giorno aveva portato un po' del suo calore, lasciando che l'umidità aleggiasse nell'aria. Bill si svegliò più tardi del solito, con passo sicuro ma sbadigliando vistosamente si diresse ai cancelli, ormai ben tenuti e ben oliati. Aprì i cancelli ed attraversò l'uscio, sparendo poi dall'altra parte con uno schiocco, la chitarra alla schiena. . -
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[post di movimento.]
La lettera che aspettavo, ovviamente è arrivata.
Devo ammettere che sia arrivata con qualche ora di ritardo rispetto a quanto pensassi.
Per Diana, volevo anche azzeccare data e ora?
Che sono io, il prof di divinazione?
C'è una festa qua.
Lo sanno tutti.
Ottima scusa.
Stringi il violino e cammino veloce.. -
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[post di movimento]
Varcata la pesante cancellata, Nymphadora si guardò attorno come per accertarsi di non attirare sguardi indiscreti.
Bella roba! Avrebbe potuto fare a meno di indossare uno sciallone di lana fucsia!
Ad ogni modo le parve di essere osservata solo dai cinghiali alati delle colonne del cancello.
Si smaterializzò d'improvviso, lasciando perplesso un piccolo scoiattolo appollaiato su un ramo.
Sparita la donna, tornò a fare le flessioni preparatorie per il risveglio di primavera..